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Giovanni Camerana (1845-1905) non è solo uno dei principali autori della nostra Scapigliatura, a cavallo tra Romanticismo e Simbolismo. Questo studio, segnando uno spartiacque decisivo nella sua ricezione critica, lo dimostra. Un nuovo metodo ordinatore di tipo filologico (finora mai tentato) apre infatti a più ampi orizzonti interpretativi. Sconfessati i criteri di raccolta fin qui adottati e riformulato il corpus lirico cameraniano, viene fuori un'inedita ricchezza di contenuti che fa del poeta piemontese una figura estremamente originale e meritevole di una nuova collocazione nella storia della nostra letteratura. In particolare, il focus incentrato sulla sua vocazione visionaria e maledetta consente di cogliere peculiarità tematiche e lessicali ancora del tutto ignorate dalla critica. Attraverso una serie di comparazioni non limitate agli strumenti della letteratura emerge una rete di riferimenti a trecentosessanta gradi, aggiornata sulle più recenti espressioni culturali del Continente.